7/12/2022
OPINIONE
Corriere Del Ticino

Energia, servono risposte chiare

Pluralità di fonti e decentramento energetico

Energia: Decentramento e Responsabilizzazione, pluralità di Fonti e Ricerca


Il Barometro delle Apprensioni, prodotto da Credit Suisse nel 2021, posizionava l’energia ed il relativo approvvigionamento all’ultimo posto tra le prime dieci preoccupazioni degli Svizzeri; risulta ora evidente come la percezione di questa problematica si sia capovolta e siano necessarie risposte non solo tempestive, ma anche molto ben ponderate e di lungo termine.

Si tratta di una drammatica esplosione della bomba energetica che, forse non a caso, avviene in concomitanza allo sforzo già atto al fine di porre rimedio alle criticità ambientali, peraltro al terzo posto tra le apprensioni della popolazione. Sia a livello Federale che Cantonale, è infatti in corso un massiccio programma volto alla riduzione dell’inquinamento e delle variazioni climatiche, attraverso il sostegno della produzione energetica da fonti rinnovabili, alla costruzione di edifici sempre più efficienti, fino alla complessa migrazione dalla mobilità basata sull’utilizzo di combustibili fossili, a quella elettrica.

Si tratta di un contesto estremamente complesso: basti pensare che secondo uno studio di Swissinfo.ch più di 1 milione di edifici in svizzera, su un totale di 1.7 milioni, sono “non isolati” o poco isolati, questo significa che circa il 60% degli edifici risulta scarsamente dotato dal punto di vista energetico e che l’ufficio federale di statistica ha rilevato come meno del 10% delle abitazioni presenti sul territorio ticinese siano state concepite seguendo un regolamento specifico (RUen), che garantisce standard energetici ben definiti e di buon livello.   Senza dimenticare il dato fornito dalla commissione della mobilità che prevede la necessità di nuovi 30'000 caricatori per veicoli elettrici nei prossimi 10 anni. Tutto questo viene ad affiancarsi la criticità di approvvigionamento che colpisce in particolare l’Occidente in termini economici, sociali e, conseguentemente, anche politici.  

Malgrado la crisi imperversi generando comprensibili incertezze e paure, alla classe politica (e non solo) è richiesta una azione lucida e decisa e, soprattutto, priva di strumentalizzazioni e superficialismi.

Nulla del percorso sin qui intrapreso va trascurato o messo in discussione, ma la soluzione passa, ancora una volta, da una informazione corretta del cittadino: a partire da bollette comprensibili e da una puntuale conoscenza dei consumi reali; Un ascensore consuma molto più di una lampadina e il rimedio non è certo fare la doccia in due.  Tutto questo porta alla responsabilizzazione del cittadino.

Un esempio concreto in tal senso viene dall’applicazione dalla normativa federale della RCP - Raggruppamento del Consumo Proprio, alla base delle Comunità Energetiche, che favorisce il decentramento energetico a livello capillare sul territorio: questo significa coinvolgere attivamente il cittadino favorendo l’auto-produzione, l’attenzione al risparmio ed al recupero dell’energia, oltre che lo stoccaggio per un sempre miglior il bilanciamento dei picchi nei consumi.

In parallelo ad una costante azione tesa al decentramento, va contrapposta una politica energetica nazionale basata su una pluralità di fonti; nessuna delle soluzioni possibili va scartata a priori.

In termini pratici, a livello centrale la primaria attenzione va posta al miglior sfruttamento delle capacità idroelettriche con piani che, ad esempio, ottimizzino i livelli di invasamento dei bacini idrici in modo di garantire significativi effetti sulla produzione di energia pulita.

In definitiva, si tratta di unire le due anime. Non è sufficiente il decentramento locale e una politica energetica nazionale aperta alla pluralità di fonti; non possiamo illuderci di risolvere il problema agendo esclusivamente alla sorgente, bensì dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio immobiliare e infrastrutturale, non solo con le intenzioni, ma attivandoci concretamente.

Luca Renzetti

Share this post