2/3/2020
OPINIONE
Corriere Del Ticino

Bersaglio Mancato per le Abitazioni

Analisi critica sull’iniziativa “Abitazioni più accessibili”

L’iniziativa per abitazioni a prezzi accessibili manca il bersaglio


Siamo pronti ad una legge sulle residenze secondarie-bis? Il 9 febbraio saremo chiamati a votare sull’iniziativa popolare “Più abitazioni a prezzi accessibili”. L’iniziativa vuole incrementare l’intervento statale nel mercato immobiliare favorendo le cooperative a discapito degli investitori privati. I promotori infatti chiedono che almeno il 10% di tutte le nuove abitazioni sia gestito da cooperative. A questo scopo, Cantoni e Comuni devono garantire alle cooperative dei terreni adeguati. L’iniziativa si basa però su concetti fuorvianti.

Innanzitutto, il prezzo degli alloggi è in calo. La Svizzera ha vissuto un boom immobiliare che ha riportato il mercato in equilibrio. Il prezzo degli alloggi sul mercato, infatti, in aumento tra il 2009 e il 2016, negli ultimi anni è in calo. Gli svizzeri, in media, spendono circa il 15% del loro reddito familiare lordo per l’abitazione, un importo stabile da decenni e simile a quello di altri paesi europei.

La penuria di alloggi a prezzi moderati è un problema riscontrato principalmente nelle città, nel resto della Svizzera l’offerta di alloggi è adeguata. Anzi, alcune regioni, come il Ticino, sono confrontate con il problema opposto: l’aumento delle abitazioni vuote. Nel nostro cantone il numero di appartamenti in locazione sul mercato è fortemente aumentato dal 2015 ad oggi ed ha raggiunto lo scorso anno il 4.5% del totale. Questo significa che un appartamento in affitto su venti nel nostro Cantone è ancora senza un locatario. Favorire le cooperative in tutta la Svizzera, come vuole l’iniziativa, non solo non risolve i problemi nelle città, ma oltre ad essere in contrasto con le differenze geografiche e sociali del nostro territorio, rischia addirittura di mettere in difficoltà Cantoni e Comuni confrontati con il problema dello sfitto.

Le cooperative, secondo i promotori dell’iniziativa, propongono appartamenti economici per persone bisognose, ma nella realtà le cose non stanno così. I dati odierni rivelano che negli alloggi di proprietà delle cooperative vivono soprattutto persone con redditi medi o elevati che potrebbero permettersi un alloggio più caro. Infatti, solo un alloggio su 4 è occupato dal ceto più povero della popolazione. Promuovere le cooperative edilizie, come vuole l’iniziativa, non aiuta le persone bisognose a trovare un alloggio ma favorisce solo un ristretto gruppo di privilegiati a scapito degli altri.

Nel settore immobiliare le cooperative sono un complemento mirato all’offerta privata. Per questo motivo, vengono già fortemente sostenute dallo Stato tramite finanziamenti a tassi d’interesse vantaggiosi, tasse ridotte sui terreni, assunzione dei rischi finanziari da parte dello Stato ed esenzioni fiscali. Inoltre, il Parlamento federale ha deciso che, in caso di bocciatura dell’iniziativa, saranno aumentati i finanziamenti alle cooperative.

Da professionista del settore infine non posso non citare tutti i problemi burocratici e progettuali che deriverebbero dall’accettazione dell’iniziativa. Non è infatti chiaro dal testo se il 10% destinato alle cooperative si riferisca solo ad edifici interi oppure anche a singoli appartamenti. La differenza sarebbe determinante, infatti nel secondo caso la rigida quota comporterebbe enormi problemi architettonici, economici e di commerciabilità. Provate a pensare ad un nuovo edificio in cui il 10% degli appartamenti deve essere dato alle cooperative. Come potremmo far combaciare le necessità progettuali e soprattutto commerciali delle cooperative e degli investitori privati nello stesso edificio? Il testo inoltre non stabilisce come verrà ripartito questo 10%; se a livello federale, cantonale, oppure comunale. In quest’ultimo caso vorrebbe dire che il comune di Onsernone dovrebbe, per legge, avere il 10% di nuovi alloggi di proprietà delle cooperative? Sarebbe assurdo e comporterebbe un aumento di lavoro e di costi per l’apparato burocratico comunale e cantonale. Costi che saranno a carico di tutti i cittadini, indipendentemente che siamo proprietari di casa, di appartamento oppure inquilini.

Non facciamoci quindi ingannare dall’iniziativa della sinistra, la quale prevede un eccessivo intervento statale nel mercato immobiliare, in contrasto con la libertà dei privati cittadini. Solamente un NO deciso alle urne il 9 febbraio ci permetterà di schivare il boomerang lanciato dagli iniziativisti.

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